Nuovo album degli AIRPORTMAN (quattordicesimo), un concept che ritorna alla dimensione strumentale, ispirato tematicamente alle tempeste di sabbia e polvere avvenute negli anni ’30 nelle regioni più secche delle Grandi Pianure americane (sudest del Colorado, sudovest del Kansas, Oklahoma e Texas), che devastarono milioni di acri di terre agricole, provocando malattie, morte e spopolamento di interi paesi. Non scese pioggia per quattro anni.
“Dust & Storm” si appropria dunque di sonorità americane desertiche, filmiche, a cui sta stretta la definizione “postrock”. Lo stile e la personalità degli Airportman sono del resto da tempo consolidate, stavolta tra toccanti atmosfere di chitarre acustiche pervase da elettronica, cenni di vibrafono, in un’ambientazione tesa, malinconica, drammatica.
A new album by AIRPORTMAN (14th), a concept that returns to the instrumental dimension, inspired by the storms of sand and dust in the 1930s in the driest regions of the Great American Plains (southeastern Colorado, southwest Kansas, Oklahoma and Texas) , which devastated millions of acres of agricultural lands, causing illness, death and depopulation of entire countries. There was no rain for four years.
“Dust & Storm” is therefore appropriated by an american sound, desert rock, film-like sounds, to which the definition of “postrock” is close. The style and personality of the Airportman have long been consolidated, this time among the touching atmospheres of acoustic guitars pervaded by electronics, featuring vibraphone, in a tense, melancholic, dramatic setting.
“Dust & Storm” is therefore appropriated by an american sound, desert rock, film-like sounds, to which the definition of “postrock” is close. The style and personality of the Airportman have long been consolidated, this time among the touching atmospheres of acoustic guitars pervaded by electronics, featuring vibraphone, in a tense, melancholic, dramatic setting.
“Il 14 Aprile 1935, noto come “la domenica nera” si ebbe una delle peggiori tempeste nel Dust Bowl, che provocò danni estesi e trasformò il giorno in notte. Testimoni riportarono che in certi punti non si riusciva a vedere a due metri di distanza. Le tempeste che susseguirono, causate da decenni di tecniche agricole inappropriate e alla mancanza di rotazione delle culture, strapparono via dalla superficie del terreno dei campi del Dakota del Sud grandi quantità di terra polverosa. Le nuvole di polvere arrivarono fino a Chicago, dove lo sporco cadeva come neve”
Giovanni Risso – cori, sint., rumori
Marco Lamberti – chitarre
Paolo Bergese – sint., vibrafono, rumori
La presentazione live è accompagnata dalla proiezione del documentario “The Dust Bowl” di Ken Burns