Gli Arcansiel nascono nel 1986 dall’incontro tra il tastierista Marco Galletti (autore e compositore di tutti i brani) e il batterista Gianni Lavagno. La pubblicazione dei primi due album “Four daisies” e “Stillsearching”, è accolta favorevolmente, nel mondo del prog italiano, da critica e pubblico, in particolar modo la suite “I’m Still Searching”, presente nel secondo. Negli anni ’90 a Galletti subentra Paolo Baltaro, con il quale il gruppo pubblica “Normality of Perversion” e “Swimming In The Sand”.
Dopo esattamente vent’anni dall’ultimo lavoro e con una formazione rinnovata per 4/5 rispetto a quella originale (è presente solo uno dei fondatori, Gianni Lavagno), riecco gli Arcansiel col il loro quinto album, scritto a sei mani dalla triade Lombardo-Sorella-Valvo, nel quale ciascuno di loro mette il proprio retroterra culturale nelle musiche e nei testi dei quattro brani che lo compongono.
Già dal titolo si possono intuire quelle che saranno le atmosfere e gli argomenti presenti in questo nuovo lavoro: i tempi difficili che stiamo affrontando dal punto di vista sociale, culturale ed etico, per i quali la band si è divertita a creare un’analogia con i tempi difficili che contraddistinguono il Rock Progressivo, immaginando questi ultimi come una metafora dei primi (non a caso la parola “times” è scritta usando, per alcune lettere, l’alfabeto “leet”, nel quale la somiglianza dei numeri alle lettere che sostituiscono, in questo caso dispari come spesso i tempi del Prog, rendono comunque intuibile il testo). Apre l’album “Too Late”, una suite che sfiora i 18 minuti, nella quale Davide Sorella, autore di musica e testo, contrappone un’elaborata tessitura musicale con chiari richiami al Barocco, alternati ad atmosfere quasi jazzate, ad un’accorata denuncia ambientalista contro i danni che l’uomo sta perpetrando nei confronti del nostro pianeta.
Il brano successivo, “Puppets & Puppeteers”, frutto della collaborazione tra Sebastiano Valvo e Felice Lombardo, ha una struttura musicale che alterna parti cantate dalle ritmiche incalzanti e melodie imprevedibili, ad atmosfere solenni e momenti “epici”. Il brano è una critica all’arroganza e alla prepotenza che dilagano in una società nella quale chiunque può “andare in onda” senza filtri, pontificando su qualsiasi argomento senza averne la competenza necessaria.
Il terzo brano, “Heaven Is Not Here”, musica e testo di Felice Lombardo, è la storia di una donna che viene convinta, con la promessa di una vita migliore, ad abbandonare le proprie radici. Si apre con un’intro dal sapore bucolico, che sfocia in una ballad dove protagonisti sono gli arpeggi di chitarra e il cantato, caratterizzato da una melodia che mette a dura prova le voci Marco Leccese e Sebastiano Valvo. Segue un lungo momento strumentale che porta ad un finale dal ritmo più pacato.
Chiude l’album un brano di Davide Sorella e Sebastiano Valvo, “My Old Same Mistakes”, nel quale protagonista è un uomo alle prese con le sue paure, alla disperata ricerca dell’aiuto di lei. Qui l’atmosfera è più rilassata, con una parte strumentale centrata su richiami medievaleggianti e prog-jazz, almeno fino a poco più di un minuto dalla fine, dove, quando il brano sembra ormai finito, un inaspettato giro di basso spunta dal nulla, dando il via a un minuto di puro delirio canterburiano.
ARCANSIEL:
GIANNI LAVAGNO – Drums & Percussion
MARCO LECCESE – Lead Voice
FELICE LOMBARDO – Fretted & Fretless Six-string Electric Basses
DAVIDE SORELLA – Keyboards
SEBASTIANO VALVO – Electric & Acoustic Guitars, Vocals