Clichè, 1789 e Pinocchio Bazaar sono musica per tre diversi spettacoli teatrali. Il primo è nato dalla collaborazione col trombettista Guido Mazzon e col batterista Tony Rusconi. Esso è perè figlio anche dell’uscita dal gruppo del batterista Toto Zanuso. Si tratta di brani interamente strumentali che rappresentano, ancora una volta, il coraggio e la voglia di sperimentare degli Stormy Six che, invece di accontentarsi di ripetere il clichè del loro capolavoro “Un biglietto del tram” decidono per una scelta diversa (forse anche spinti dagli imminenti cambi di formazione).
Le canzoni, come si può ben immaginare, hanno un intento fortemente descrittivo e la scelta della loro pubblicazione, indipendente dallo spettacolo teatrale, è stata, forse, decisa proprio per via del fatto che esse possono vivere anche di luce propria.
1789 è un brano (una tarantella in 7/4) composto da Franco Fabbri per l’omonimo spettacolo di Ariane Mnouchkine, per la regia di Gabriele Salvatores, Cooperativa Teatro dell’Elfo. Fu registrato (e pubblicato come 45 giri) nell’aprile 1976 assieme alla traccia “Carmine”, che di lì a poco sarebbe stata rielaborata leggermente per finire sul “L’Apprendista”. Questi due brani, per cui vale il medesimo discorso dei precedenti, sono cronologicamente anteriori a quelli del “Tito Andronico” e rappresentano, di fatto, l’ultima incisione di Toto Zanuso con la band. Tra le curiosità si segnala la presenza, su “Carmine”, di Ludovico Einaudi in qualità di ospite.
Le tracce di “Pinocchio Bazaar, è spettacolo sempre per la regia di Gabriele Salvatores, Cooperativa Teatro dell’Elfo, sono state registrate direttamente in stereo al Teatro Arsenale di Milano nell’autunno del 1976, grazie al tecnico del suono Giorgio Albani, da sempre vero membro aggiunto degli Stormy Six. I brani sono le registrazioni originali utilizzate dalla compagnia durante le rappresentazioni del musical, che all’epoca ebbe anche un successo davvero straordinario. Alcuni brani (“Pinocchio Bazaar Overture”, “Pinocchio Bazaar Parade” e “Macchina maccheronica”) erano strumentali già all’origine. Gli altri, invece, erano vere e proprie canzoni, ma qui si possono udire solo le basi strumentali, poichè non sono rimaste registrazioni di buona qualità delle interpretazioni canore degli attori.
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