ENTEN HITTI, progetto tuttora attivo, è uno dei tesori nascosti dell’underground italiano e “Musica Humana” in particolare è l’album mai pubblicato dal Consorzio Produttori Indipendenti che trova finalmente la sua ufficialità grazie a Lizard Records.
Un album che avrebbe dovuto essere il seguito del loro primo lavoro “Giganteschi pagliacci del mondo solare” (1997), di cui raccoglie l’eredità ritualistica più ancestrale, tra arcani richiami a nomi come Popol Vuh, Can, Dead Can Dance, sino al minimalismo classicistico della Penguin Cafe Orchestra.
Ricerca e sperimentazione sono volte ad esplorare sonorità arcaiche mescolandole a suggestioni contemporanee, sempre accomunate da una poetica originale ed evocativa.
Pierangelo Pandiscia (chitarre, corno, voce, percussioni, cetra), Gino Ape (oboe, voce, tastiere, arpa celtica), Giampaolo Verga (violino), Adriana Pulejo (voce), coadiuvati da svariati ospiti che arricchiscono la tavolozza di colori timbrici con l’aggiunta di batteria, tromba, violoncello, contrabbasso e samples, ci conducono in un viaggio (geografico e spirituale) fra le armonie e le disarmonie degli uomini di varie e diverse estrazioni culturali.
Una ricerca dell’armonia che trova origine nella sofferenza e nella crisi dell’esistenza.
Il titolo “Musica Humana” trova riferimento nell’opera del filosofo romano Boezio e nella sua tripartizione della musica:
musica mundana”, o armonia sonora dei corpi celesti in movimento, per molti motivi non udibile ad orecchio umano; “musica humana”, o armonia dell’anima e del corpo, udibile da chiunque “discenda in se stesso” con la meditazione; “musica instrumentalis”, musica prodotta con gli strumenti.
Qualche curiosità sui brani:
“Club Andergraund” cita il locale del film “Underground” di Emir Kustorica. .
“Tepatzi” riprende un canto maori di iniziazione all’età adulta.
“Ulan Bator” è frutto di una meditazione e di una registrazione notturna nei boschi sopra il lago di Como.