As usual top notch dark prog!!
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L’Italia è un paese dal fascino unico e dalle mille facce: abbiamo la Chiesa di Roma e i più grandi anticlericali al mondo, abbiamo l’arte più straordinaria ma non ci facciamo mancare nemmeno i più grandi deturpatori, quelli che trasformano città turistiche in cumuli di rifiuti, abbiamo le montagne più belle ma siamo circondati da tantissime coste, molte delle quali meravigliose. Anche in campo musicale la storia si ripete: esiste la canzone italiana, spesso solare e sentimentale ma abbiamo anche il melodramma, esploso proprio nel nostro paese. E poi c’è una musica decisamente più heavy e oscura, influenzata dal “sabba nero” ma anche dalle soundtrack dei film horror italiani degli anni ’70, che hanno fatto proseliti ben oltre i nostri confini. Anche in questo ambito un po’ circoscritto ma per veri intenditori , siamo tra i migliori al mondo. L’Impero Delle Ombre esce dal suo quasi decennale “letargo compositivo” e lo fa per pubblicare ‘Racconti Macabri Vol. III’, ‘il terzo album di studio, un lavoro che, già prima di essere pubblicato, aveva raggiunto uno status che altri dischi non conquistano mai. Culto. La venerazione di un pubblico limitato ma devoto è quella che ha atteso con ansia un nuovo album dell’Impero Delle Ombre, il gruppo heavy rock a tinte dark che viene dalla solarissima Puglia. Dopo la mesta intro di ‘Accesso In Requiem’, un arpeggio malinconico introduce ‘Il Cimitero delle Anime’, brano maiuscolo ed evocativo con una parte solista di grande effetto che vede protagonista prima la chitarra di Andrea Cardellino e poi le tastiere di Davide Cristofoli. Una curiosità: il chorus della composizione cita anche ‘Alkahest’, in alchimia una sorta di solvente universale in grado di curare tutte le malattie ma anche il titolo di un altro eterno cult album. Parliamo della gemma doom metal di inestimabile valore, il disco realizzato dal leggendario Paul Chain venticinque anni fa, con la partecipazione dietro al microfono di Lee Dorrian in alcuni brani. Giovanni “John Goldfinch” Cardellino è un degno erede di quella dinastia nobiliare del doom (Chain-Dorrian) e anche in questa nuova opera combina lyrics molto interessanti a un’interpretazione vocale teatrale e di livello assoluto. La successiva ‘Il Sabba’ non può che virare verso sonorità doomy, mette in mostra il guitar work incisivo di Andrea Cardellino e strappa applausi con l’arrangiamento di Rob Ursino che sfrutta al meglio un coro imponente e tetro che ci esorta a prendere parte al Sabba Nero. Quando questo sottogenere è così ispirato, genuino e dannatamente convincente, questa musica è in grado di farci (quasi) entrare in uno stato di trance. ‘Il Sabba’, in concerto, darà i brividi. ‘In Morte Di Buono Legnani’ è un omaggio al classico film horror di Pupi Avati ‘La casa dalle finestre che ridono’, un brano duro e dinamico con un Cardellino particolamente evocativo dietro al microfono a duettare con l’ “invited guest” Bud Ancillotti in una versione decisamente “posseduta”. Un altro tributo cinematografico arriva con la seguente ‘Incubo a Dunwich’, ispirata da ‘The Dunwich Horror’, il lungometraggio diretto da Daniel Haller ispirato da un racconto di H.P. Lovecraft. Il pezzo si poggia sopra un giro di chitarra melodico che precede l’esplosione di un midtempo evocativo in cui “Goldfinch” si esprime con oscura teatralità. Il finale del brano presenta un assolo ispirato ed emozionante, due parole che si combinano spesso all’interno della musica dell’Impero delle Ombre. ‘Il Villaggio Delle Ombre Assassine’ è più frizzante dal punto di vista ritmico, con il vocalist a svolgere il ruolo di tetro storyteller mentre ‘Marmo Freddo’ ci ripropone un arpeggio mortifero squarciato presto da un riff più doomy che mai. Se non stessimo parlando di riff tanto semplici quanto efficaci, di linee vocali poco elaborate ma memorabili e di assoli mai troppo tecnici ma assolutamente mesmerizzanti (quasi una “love letter” a Paul Chain da parte di Andrea Cardellino), non ci riempiremmo mai la bocca con queste meritatissime lodi. ‘Verso L’Abisso’ è l’ennesimo pezzo riuscito di un lotto di brani ammantati da una tensione che non viene mai meno, frutto di un’atmosfera vibrante creata soprattutto dal binomio tastiere/chitarre ed esaltata dalle memorabili linee di canto. ‘Sentimento Funereo’ si schiude sulle note delicate della sei corde e tra arpeggi dark e vocals che cantano l’ineluttabile, vede l’organo amalgamarsi al resto della strumentazione in un coacervo di suoni doomy settantiani di grandissima atmosfera. Come se questo non bastasse, arriva pure un’impennata ritmica e vocale resa ancora più speciale dalla partecipazione di Steve Sylvester. Il sipario cala sull’opera con la conclusiva ‘Finale Ballata dell’Uroboro… o della Speranza’, outro evocativa come poche che riporta alla mente ancora una volta l’Alkahest’ uscito un quarto di secolo fa. Come esiste l’organizzazione religiosa Scientology, ascoltando queste perle nere mi verrebbe da dire che siano ispirate molto dall’italiana ‘Chaintology’ (termine che ho appena coniato ma di cui suggerisco l’uso a Mr. Chain), il culto per un suono heavy e cupo che non ha alcuna aspirazione commerciale ma che finisce per insinuarsi all’interno della nostra mente, senza alcuna via d’uscita. ‘Racconti Macabri Vol. III’ è in tutto e per tutto un autentico cult album, una piccola opera d’arte musicale dal fascino tenebroso. Grazie all’Impero delle Ombre, il lato oscuro di un’Italia sempre più decadente batte un altro colpo memorabile.
Consigliato a: chiunque voglia provare intense ed oscure emozioni, anche se il prezzo da pagare è un po’ di (sana) pazzia.
Tracklist:
01. Introduzione – Accesso In Requiem
02. Il Cimitero Delle Anime
03. Il Sabba
04. In Morte Di Buono Legnani
05. Incubo A Dunwich
06. Il Villaggio Delle Ombre Assassine
07. Marmo Freddo
08. Verso L’Abisso
09. Sentimento Funereo
10. Finale – Ballata Dell’Uroboro… O Della Speranza
Line-up:
Giovanni Cardellino “John Goldfinch” – voce, cori
Andrea Cardellino – chitarra, Tin Whistle
Rob Ursino – chitarra, tastiere, Bodhran su tracce 2,9, arrangiamenti e registrazione intro/outro tracce 3,4,5,8
Davide Cristofoli – tastiere, organo
Vins Ceriotti – basso
Miky “DrumHead” Ercolano – batteria