Middlejune, scelta come singolo a precedere l’uscita del diciannovesimo album di Graziano Romani, è una canzone dice molto delcarattere e del romanticismo del rocker emiliano, che offre ai suoi fan un manifesto programmatico definendo così la sua composizione: “è la gioia, sensazioni e ricordi di estati che sembrano infinite, quando sei un ragazzino e certe canzoni entrano nel cuore per non andarsene più via”.
Questa sensazione si ripete più volte in Looking Ahead, un disco che non perde mai quel filo narrativo e quella voglia di restare incollato a una musica che per l’autore, chitarrista e cantante di Casalgrande, attivo ormai dagli anni Ottanta con una continuità sorprendente, significa coerenza, coraggio e forza. Perché le dodici tracce dell’album sono energizzanti e capaci di fare affiorare tutto il vissuto e la formazione musicale di questo artista, generoso tanto nell’espressione vocale quanto nello strutturare le sue composizioni con quella somma di emozionanti riff, strofe dense, fiati dolcemente invadenti e ritornelli che vogliono essere ricordati.
La storia di Romani si racconta da sola, con pochi numeri. 40 anni di attività, quattro dischi con i Rocking Chairs (1986-1991), indimenticata rock band “all’americana” degli anni Ottanta, poi il lunghissimo tratto come solista, a partire dal 1993, senza tralasciare di cantare le gesta di eroi come Tex, Zagor e Diabolik o rendere omaggio a Springsteen e Augusto Daolio, attraverso riusciti tributi discografici.
Quello di oggi è l’artista di sempre, quello che i suoi estimatori hanno imparato a conoscere e ad amare. Sempre sospeso tra un mondo fatto di composizioni proprie che quando toccano i livelli più alti hanno ben poco da invidiare a nomi di riferimento (John Hiatt, John Mellencamp, Van Morrison e Bruce Springsteen) e le tante fonti dalle quali inevitabilmente dipendono.
Graziano è accompagnato ancora una volta dalla sua eccellente band (affiancano Max Marmiroli e Franco Borghi, sax e tastiere già nei Rocking Chairs, i fidi Lele Cavalli, Nick Bertolani e Follon Brown). Insieme al “capo” creano un impasto che sa di potente compattezza e di raffinatezza rock. E quando intervengono, di frequente, gli arrangiamenti dei fiati tutto si colora di soul e rhyhm’n’blues, una cifra che Romani sa cavalcare con entusiasmo e una indomabile passione. Impossibile segnalare un solo brano tanto felice è qui tutta la scrittura.
1) MIDDLEJUNE
2) SINGING ABOUT NOTHING
3) LAY DOWN THESE ARMS
4) THIS KIND OF SPARK
5) BRIGHT SIDE OF THE RIVER
6) UNAFRAID
7) UNIVERSAL LAW
8) IN A JUST WORLD
9) FROM THIS MOMENT ON
10) BACK ALLEY BEAUTY
11) LOOKING AHEAD
12) LAST JUKEBOX ON EARTH