Tornato in studio dopo lo strepitoso successo della ristampa di “Antico Adagio”, Lino ha voluto proseguire sulla nobilissma strada tracciata nel suo album storico: composizioni, intuizioni, emozioni che maturavano da anni, come un buon Borgogna, ora pronte per essere condivise con un pubblico sempre più vasto. Anche questa volta alle sue percussioni, gong, tablas, campane, vibrafono, cimbali, piatti e strani strumenti indigeni non ha voluto applicare alcun “trucco”.
Tutti i suoni che ascolterete in questo straordinario viaggio sono rigorosamente acustici. Giocando con tape delays, coadiuvati da un ingegnere del suono visionario come Alberto Callegari, negli studi Elfo immersi nella campagna piacentina, Max Marchini ha prodotto questo album con intenzione analogica. Lino ha voluto attorno a sé tre compagni straordinari come Paolo Tofani, mitico compositore e chitarrista degli Area che con la Mandhura, ha duettato in “Dialoghi tra suoni”, Camillo Mozzoni che con oboe, oboe d’amore e corno inglese ha tessuto arabeschi di arcana memoria in “Arcaico Armonico” e il compare di sempre, Juri Camisasca che ha steso layers di voci nell’incantata “Andante ancestrale”.
Lontano eoni da ogni suggestione New Age, la musica di Lino Capra Vaccina, in costante evoluzione, scopre pagine sommerse da antiche memorie condivise. Il palpitare delle pelli percosse porta i profumi del tempo; assieme alla voce che, come ben ricordava Joan La Barbara, è lo strumento originale.
Un album che segna una nuova tappa nella nuova musica. Un disco dove il suono è al centro, il klang come contrapposizione alla foné, in un universo emozionale di inaudita bellezza che porta l’ascoltatore verso una differente percezione del tempo e dello spazio.