I Leptons sono la nuova creatura musicale di Lorenzo Monni, classe 1986, nato a Cagliari ma stabilitosi da tempo in Veneto: dopo quattordici anni di scrittura e tre album realizzati a nome proprio, pubblicati fra il 2007 e il 2010, “Between Myth And Absence” è il risultato del lavoro della sua nuova band, cesellato con attenzione e cura artigianale nel corso di questo decennio.
Tante le influenze riscontrabili, frutto degli ascolti formativi di Lorenzo, autore di tutti i brani inclusi, ma la direttrice principale è saldamente radicata nei meandri di un moderno progressive rock, pronto a mitigare reminescenze dei Genesis “gabrieliani” (“The King Inside Of Me” ne è uno degli esempi più illuminati) teletrasportandole nella contemporaneità del nuovo millennio.
Non mancano riferimenti alla Scuola di Canterbury, forti ascendenze bucoliche, carinerie acustiche e persino qualche vaga deriva new wave e pseudo-jazzy, in una scaletta nella quale brani ben strutturati si alternano a concisi intermezzi strumentali, i sei atti di “Absence”, posizionati come a suddividere l’intero disco in parti.
“Between Myth And Absence” è un’opera (sì, viene proprio voglia di chiamarla così, come quegli indimenticabili concept degli anni 70) che si presenta compatta e ben suonata, quindici tracce che ci regalano il primo tassello di un percorso già ricco di aspettative.
di Claudio Lancia (www.ondarock.it)
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The Leptons are the new musical creature Lorenzo Monni, born in 1986, born in Cagliari but long-established in Veneto: after fourteen years of writing and made three albums in his own name, published between 2007 and 2010, “Between Myth And Absence “it is the result of the work of his new band, engraved with care and craftsmanship during this decade.
Many influences found, the result of audience training Lorenzo, author of all the tracks, but the main route is firmly rooted in the depths of a modern progressive rock, ready to mitigate reminiscent of Genesis “gabrieliani” (“The King Inside Of Me “it is one of the most enlightened) moving in contemporaneity of the new millennium.
There are also references to the School of Canterbury, strong updrafts bucolic, acoustic niceties and even some vague derives new wave and pseudo-jazzy, in a lineup in which well-structured songs alternate with concise instrumental interludes, the six pieces of “Absence”, positioned how to divide the entire disc in pieces.
“Between Myth And Absence” is a work (yes, you really want to call it that, like those unforgettable concept of the 70) which is compact and well played, fifteen tracks that give us the first step of a journey already rich expectations.