Le sirene esistono davvero, e io l’ho scoperto qualche giorno fa. Quando mi sono imbattuto nella fantastica storia delle Ama, letteralmente le donne del mare. Vivono nella baia di Toba, in Giappone, e si tramandano una consuetudine che va avanti da più di duemila anni. Mica pochi. Che fanno? Si buttano in mare seminude per pescare alghe, polpi e, soprattutto, vanno alla ricerca di perle. Sono le vere pescatrici di perle. Arrivano a poco meno di 30 m di profondità, con la sola forza dei loro polmoni. Sono belle come il sole. Quando risalgono, per uno strano gioco di suoni e rumori dei loro polmoni che vanno in iperventilazione, emettono una specie di fischio, sembra il verso dei delfini. Anzi, più precisamente il canto delle sirene. Vanno giù e cercano in profondità le perle. Fuori dall’acqua si preparano tutta la vita e si aiutano tra di loro, si tramandano pratiche e segreti, si parlano all’orecchio per rimanere unite. E sono coese, mai nessuna invidia tra loro, solo un grande senso di appartenenza.
A questa caccia ancestrale, fatta di ricordi, di tracce e di memoria pare aver attinto Gianluca quando ha pensato questo suo nuovo lavoro. È andato parecchio giù, ha scovato nella memoria più remota della, nei suoni ancestrali delle pelli, delle strade, delle epoche e degli stilemi. Un orecchio, il suo, in grado di connettere i ghetti neri, le bidonville, le township, “i bronx” di tutto il mondo ed esplorarli con i suoni curiosi della contemporaneità. Anche Gianluca ha una comunità di musicisti molto coesa attorno a sé, ne va orgoglioso, e con loro trova la sua dimensione, la sua pace.
“Chi non va d’accordo con i musicisti ha un problema irrisolto” mi racconta. E per questo ci tiene molto che si sappia in giro che ognuno dei presenti – i cinque noti della sua Cosmic band e i tanti, preziosi ospiti che popolano questo nuovo disco – ha contribuito in maniera decisiva alla realizzazione di questi brani pazzeschi. In che modo? Utilizzando le parole dei loro strumenti, generando un linguaggio che serve proprio a connettere passato e presente, utile a ritrovare il filo del dialogo. Un continuo botta e risposta tra generazioni.
Parlare di migliori in campo è esercizio ozioso: tutti si sono battuti nella realizzazione della composizione, tutti meritano l’elogio pieno, nessuno escluso. Applausi per tutti.
Se si pensa di ascoltare solo jazz si sbaglia di grosso. Ci sono fantasmi esotici, promesse di evasione. C’è l’esaltazione della condizione umana. C’è una vita qua dentro. Un tuffo nel cuore della musica e dei suoi linguaggi. Un disco sul confronto intorno alle parole, sulla memoria, sulla fedeltà a se stessi. Ma è anche un lavoro su come sia complicato fare i conti con ciò che chiamiamo identità e Gianluca questa identità la riscrive a modo suo. Un lavoro fatto di sussurri, di mormorii, in cui la musica e il linguaggio provano a inventare un nuovo incontro. Che ci porta giù negli abissi del mare e su fino al cielo.
Federico Scoppio
UNKNOWN DIMENSION
L’inizio del viaggio è sempre quieto, curioso. Sai dove parti ma non dove arriverai, la curiosità dell’inesplorato. Un tema semplice di fiati che si muove su accompagnamento armonico molto solare. Una dimensione volutamente diversa dal resto del disco, l’inizio.
UNIVERSAL LANGUAGE
È il brano eponimo. La nostra lingua, la lingua attraverso cui noi musicisti ci esprimiamo. Diverse provenienze, colori della pelle, formazioni ed esperienze ma attraverso la musica possiamo dialogare senza barriere. Un brano che racconta come per un musicista un mondo chiuso, fatto di barriere, non potrà mai esistere.
CONNECTION
La connessione tra acqua e essere umano. La voce di Anna Bassy arriva partendo da un parlato che si protrae; l’arpa che scorre come se fossimo nel paese delle meraviglie. Un brando di buon auspicio per il futuro in un mondo che è tutto fuorché il paese delle meraviglie.
COMES FROM THE GROUND
Il sax baritono è il centro del brano con un suono imponente che sembra provenire dal sottosuolo. Beppe Scardino è l’unico capace di riprodurre queste emozioni e queste sensazioni. Il sax arriva da sotto terra fino a farsi sentire e ha librarsi nell’aria nella sua totale bellezza.
WONDER
Che meraviglia… LA meraviglia. Tutto quello che apprezziamo più del dovuto, quando noi ci sorprendiamo oltremodo per qualcosa di totalmente inaspettato. Una meraviglia che si può trovare in ogni cosa, in ogni persona. Questo brando è l’elogio alla meraviglia.
NOMADS
Io mi sento un nomade ed io e i miei colleghi siamo un po’ nomadi visto che passiamo metà della vita tra viaggi, hotel, palchi e volti sempre diversi. Lo racconto in musica, così come lo sento.
EDUCATION
Per aggiustare quel che non va nella personalità, nel nostro convivere con altra gente, alla ricerca di una vita più salutare… la base di tutto è l’educazione. L’educazione ci può realmente portare ad uno stato di convivenza pacifica sia tra essere umani che esseri umani e natura. È solo attraverso l’educazione che l’essere umano può elevarsi ad uno stato superiore.
ANCIENT JAZZ
Mi ha sempre appassionato il jazz antico inteso come quello organico, suonato dagli strumenti. Sul disco ci sono tutte altre sonorità e dunque sembrerebbe un ossimoro, ma di questi contrasti io ne faccio il mio pane quotidiano. Mi ci nutro.
NATSU
Significa estate. E siccome il signor Sandro Orrì (DJ Gruff) ha forti legami con il Giappone e io ho, in maniera infinitamente depotenziata rispetto a lui, abbiamo un rapporto con il Giappone, ho voluto raccontarlo attraverso questo brano.