Gruppo di Parma attivo dal 2011, gli Hidden Parts devono essere convinti assertori dell’inutilità delle definizioni, e l’unica che usano, riferendosi al proprio lavoro, è ‘Sperimentazione musicale a tutto campo’.
Oggi esce “Bite the Bat” un’opera molto particolare che da seguito al precedente lavoro “Disco(mfort) uscito per l’etichetta statunitense Cuneiform.
Le dieci tracce dell’album sembrano appartenere ad ogni genere e a nessuno e, forse, era esattamente questo l’obiettivo della band. L’idea sulla quale hanno impostato il lavoro parte dal confronto/scontro tra una serie di basi elettroniche complesse e la Band (che ha una classica impostazione elettro/analogica).
Spesso hanno improvvisato direttamente sulle basi e a volte, singolarmente, sono intervenuti sul pezzo con sovraincisioni successive. La Band preferisce non comporre preventivamente ma reagire d’istinto agli stimoli delle basi.
Due righe di Alex Fornari sui testi:
“La poetica utilizzata nei testi è lirica visionaria, nasce estemporanea ed è spesso utilizzata così come è nata, senza modifica alcuna. La tecnica dell’improvvisazione, ampiamente utilizzata dagli Hidden Parts in fase di creazione musicale, è il terreno fertile in cui le parole cadono e, nutrite dalla melodia vocale, germogliano in testi completi. È nell’armonia di quel giardino sonoro che le parole si fanno frutti.”
01 Synthetico
02 Shine
03 Repent (Cold lunch)
04 Freak Show
05 Silvestre
06 Covidian
07 Don’t
08 Degenerate Art
09. Meteoropathy
10 Collettivo