Dopo oltre un quarto di secolo la più sublunare delle band progressive italiane torna a generare incubi. E lo fa riprendendo il filo lasciato cadere al tempo dello split della prima, originale formazione. Quello che sarebbe dovuto essere il loro terzo disco (poi scavalcato dal nuovo progetto The Dissolution age), scritto e composto per intero e già in fase iniziale di realizzazione, venne al tempo accantonato. Ma oggi, quelle stesse composizioni riprendono vita e forma essendo state risuonate, praticamente a ricalco, utilizzando come traccia guida la pre-produzione di allora.
Il risultato è Malombra al suo meglio. Con lo stesso spirito visionario e le atmosfere sinistre che li hanno sempre contraddistinti. Con i momenti colmi di atmosfera e di tensione che si alternano a cavalcate sfrenate, eppure solenni. Solo che, questa volta, possono avvalersi dei suoni scuri e potenti che all’epoca non era stato possibile ottenere. “T.R.E.S.” è un omaggio scoperto alla tradizione del Progressivo italiano, così come a una certa narrativa di matrice misterica. Ma, allo stesso tempo, traspone lo scenario in una dimensione profondamente “Dark” e imprime al tutto una risoluta propulsione “heavy”. Un disco per i nemici dell’ovvio.