“Handful of Soul”, l’album d’esordio di Mario Biondi pubblicato originariamente nel 2006 – triplo disco di platino, quando significava aver venduto 80.000 copie – e ad oggi ancora di gran lunga il suo più grande successo.
Tutto ciò che riguarda questo incredibile album, un vero e proprio fulmine a ciel sereno all’epoca, è già stato ampiamente discusso. La voce profonda e calda di Mario ricorda i grandi interpreti della musica soul e rhythm’n’blues. In molti penseranno a un cantante di colore, quando Mario proviene in realtà dalla città siciliana di Catania. “Handful of Soul” spazia tra jazz e soul, in un connubio quasi seducente, il cui sound oscilla tra morbide linee vocali ed episodi più ritmati su cui ballare. Cantante e produttore sono riusciti a selezionare dei brani che lasciano intatta la natura della voce di Mario, mettendo in risalto la profondità del suo tono, e che allo stesso tempo rientrano perfettamente nel marchio di fabbrica Schema Records.
L’amore per il r’n’b e il soul, i due stili musicali più apprezzati da Mario, lo hanno portato a raffrontarsi con un certo repertorio, e in particolare con la produzione di alcuni specifici artisti: Earth, Wind & Fire, Donny Hathaway. Billy Paul, Luther Vandross, Lou Rawls, Aretha Franklin, Eryka Badu, Will Dowing… e così via.
I brani del disco sono stati suonati dal trombettista Fabrizio Bosso e dal suo High Five Quintet, un compatto ensemble di eccellenti musicisti, tra i migliori dell’attuale scena jazz italiana: Daniele Scannapieco al sax tenore, Luca Mannutza, Pietro Ciancaglini e Lorenzo Tucci, rispettivamete al piano, contrabbasso e batteria, a costituire una solida sezione ritmica. Mannutza e Ciancaglini si sono inoltre occupati degli arrangiamenti. Gli High Five suonano jazz in maniera prevalentemente istintiva, ma sono stati in grado di adattarsi perfettamente a questa produzione, in maniera naturale, facendo di “Handful of Soul” un ascolto estremamente godibile.
Edizione in doppio vinile blu trasparente con copertina apribile.