Per anni si è dato la caccia a qualche traccia, reperto o lascito di questo gruppo del profondo Sud, di Martina Franca, Taranto, per la precisione. Avevo poche e vaghe informazione: una loro partecipazione alla Festa della vita a San Paolo di Martina Franca nel 1973, la loro presenza al Giangià sempre a Martina, tipico locale underground degli anni ’70 e poco altro ancora. Un gruppo in dissolvenza tra la realtà storica degli anni settanta e la mitologia della scena alternativa. Quando mi ero rassegnato ad arrendermi nella ricerca, ecco che sbuca fuori una cassetta con la registrazione di un loro concerto. Miracolo! Un gruppo dalla sorprendente creatività che si alimentava di un caleidoscopio di influenze. Suggestioni psichedeliche che incontrano le atmosfere progressive tipiche di quegli anni e non solo. Qua e la, nelle loro composizioni riecheggiano atmosfere Kraut e tentazioni jazz ma sempre solidamente ancorate al respiro estetico di quegli anni. Se avessero incontrato, nel breve tempo della loro esistenza come band, un produttore che avesse portato in uno studio di registrazione quei ragazzi, sicuramente il loro sarebbe stato uno degli album più belli della controcultura italiana dei primi anni ’70.
N.B. Malgrado il restauro del nastro, la qualità sonora è da bootleg. L’ascolto non è appagante come può essere quello di un album registrato in studio, ma e comunque del tutto godibilissimo.