Impossibile parlare dei Modena City Ramblers e comprenderne l’estetica e la produzione senza avere un’idea della situazione socio-politica italiana dei primi anni ’90, periodo in cui il collettivo si è formato nel cuore della regione Emilia Romagna. Ideologicamente schierati a sinistra, furono in grado di unire sapientemente parole di forte denuncia sociale alla musica tradizionale di matrice irlandese, auto-definendosi band di ‘combat folk’ o ‘patchanka celtica’.
Si dice spesso che il terzo album di un gruppo è quello della maturità, e questo vale sicuramente per i Modena City Ramblers ed il loro “Terra e libertà” (1997), il loro primo lavoro realizzato in maniera completamente professionale, frutto di diverse settimane di lavoro in studio senza sosta. A livello stilistico, cominciano a fare capolino nei brani alcune influenze provenienti dalla musica latina, e anche nei testi non mancano riferimenti a scrittori del calibro di Luis Sepúlveda (Cile), Gabriel García Márquez (Colombia), Paco Ignacio Taibo II (Spagna) e Daniel Chavarría (Uruguay). Con tutta probabilità, uno dei picchi assoluti dell’intera carriera dei Modena City Ramblers!
Prima edizione in LP di sempre, in vinile rosso!
Tracklist:
Side A:
1.Macondo Express
2.Il ritorno di Paddy Garcia
3.Il ballo di Aureliano
4.Remedios la bella
5.Radio Tindouf
6.Marcia Balcanica
7.Danza infernale
Side B:
8.Qualche splendido giorno
9.Transamerika
10.Lettera dal fronte
11.L’ultima mano
12.Cuore blindato
13.Don Chisciotte
14.Cent’anni di solitudine
15.L’amore ai tempi del caos