Monica Guareschi Group “two kingdoms” CD is now on special offer from BTF at bargain price !!!
C’era una volta… e le favole di solito iniziano cosi’. Questa invece e’ una favola particolare, ed inizia in tutt’altro modo. Monica Guareschi alla voce , Claudio Barro e Paolo Moretto alle chitarre, Gianmarco Orsini al basso e Gianni Moretto alla batteria. Questi nostri cantastorie si muovono in bilico fra due regni, quello dell’Ovest e quello dell’Est, accompagnando Punky Guy, il protagonista della vicenda, sino alla conclusione meno ovvia della storia:” nella ricerca di se’ stessi risiede la piu’ grande ricchezza dell’uomo”. Certo, c’e’ la principessa da salvare, il cattivo re, il bene ed il male, ci sono tutti gli ingredienti di una favola, colorata dall’elettricita’ di influenze tra le piu’ disparate: da armonie a la Uriah Heep, fino agli echi del kolossal Jesus Christ Superstar (mitico l’omaggio alla rock opera in “Invitation”). Un concept album che lascia il sapore dell’hard rock piu’ felice, del progressive piu’ luminoso, di alcuni passaggi in pieno stile aor, che si muove su coordinate che potevano essere terreno dei migliori Timoria se solo non si fossero piegati all’egocentrismo di Omar Pedrini (presente “Viaggio senza vento”?). Fra gli episodi migliori la gia’ citata “Invitation”, “The ministrel”, acustica e solare, l’accoppiata “The white door” e “Magic charm”. L’introduzione di “Unreal world”, poi, e’ una perfetta scatola cinese liquida di chitarre e atmosfere prima dell’esplosione classicamente heavy da inno, la conclusione del concept sembra scappata dalle atmosfere di “Promised land” dei Queensryche (se solo quel disco fosse stato piu’ solare, piu’ positivo… quasi “yes” senza tastiere…). Insomma, ogni tassello al posto giusto, fra rimbalzi nelle emozioni di un certo dimenticato rock classico, dove non puo’ trovare spazio ne’ il metal tecnologico dei Fear Factory ne’ la violenza degli Strpping Young Lad, sconfinante nei due regni fra la poesia di un certo progressive no-dream-theater e l’energia persa del rock anni ottanta. Un disco di una band compatta, equilibrata, che non eccede in virtuosismi fini a se stessi, ma mette la propria personalita’ al servizio delle canzoni, restituendo al panorama italiano e musicale in genere una dignita’ che sta anni luce lontana dal power metal, ribadendo il concetto che non solo la doppia cassa puo’ anche non esserci, ma che certe atmosfere in altre storielle ce le sognamo! Questo e’ hard rock, questo e’ un bel disco, questa band sta crescendo benissimo e gia’ al secondo lavoro ha dimostrato di avere le carte in regola per andare lontano. Ammesso che gia’ non lo sia, lontano… Nel regno dell’Est, dell’Ovest o sulla linea di confine tra il virtuale e l’emozione piu’ vera. PS: il disco e’ autoprodotto, cliccate sulla home page e ne scoprirete suoni, concetti e modalita’ di prenotazione. Buon viaggio.