This is the ninth album for Airportman. The most progressive one, but in its own way, close to the melancholyc sound of Talk Talk and their leader Mark Hollis.
This album is like a soundtrack to the book “Nino e l’inferno” (Nino and hell) written by Giovanni Risso. a sad analysis on the situation of today’s sosiety. Longer songs and more depth to the music!
Possiamo affermare che “Nino e l’inferno” è il disco progressive degli AIRPORTMAN, beninteso quale riferimento al suono soffuso e malinconico dei più ammalianti ed intimistici Talk Talk e al loro leader Mark Hollis.
Ogni disco degli Airportman è un racconto dell’anima, sussurrare di chitarre ad accompagnare rintocchi e melodie struggenti di pianoforte, a dispiegare immagini, stavolta arricchito da una batteria perfettamente calata nelle ambientazioni di questa sorta di colonna sonora per una storia vera, dolorosa, ai margini.
“Nino e l’inferno” è il nono disco degli Airportman, dopo la parentesi di “Weeds” con Tommaso Cerasuolo.
Si aggiunge alla formazione storica, composta da Giovanni Risso, Marco Lambertie Paolo Bergese, il batterista-rumorista Francesco “Frank” Alloa che lascia la sua impronta nelle ritmiche, creando suggestioni care ai primi Talk Talk o al lavoro solista di Mark Hollis.
Tutto il disco viene concepito come colonna sonora al racconto “Nino e l’inferno” scritto da Giovanni Risso, temi difficili e dolorosi: la società odierna, la malattia improvvisa, la solitudine…
Un viaggio autentico e crudo visto con gli occhi di Nino, “vero individuo di questi cazzo di anni zero”.
Gli scenari musicali sono più dilatati, i brani generalmente più lunghi. Come dice Loris di Lizard: “Il disco progressive degli Airportman”. Al termine delle otto tracce un regalo di Stefano Giaccone a narrare l’intero
racconto sulle immagini vere dell’incontro con Nino.
Dedicato a Nino ed alla sua storia….continua a lottare!