Meraviglioso questo nuovo album dei PLAYADES guidati dall’amico Fabio Esposito, belle sonorità che prendono ispirazione e origine da una visione esoterica e ancestrale dell’universo e dei suoi segreti più nascosti , remoti , alchemici, in un viaggio alle radici delle antiche civiltà umane, un vagabondaggio esoterico e iniziatico verso arcani cerimoniali occulti e magici andati perduti nel tempo.
Una musica che si può ricondurre a una certa psichedelia nobilissima, ipnotica di stampo etnico e archetipico/ancestrale alla Third Ear Band, agli Aktuala, agli Zeit di ” Un giorno in una piazza del Mediterraneo” e ” Il cerchio degli antichi colori, agli Agitation Free di ” Malesh ” o ai Popol Vuh di ” In den Gärten Pharaos “, i Brainticket di Celestial Ocean ecc.
Un album raffinato ed originale….stiamo di fronte a qualcosa di veramente eccellente, grandioso.
Roba buonissima. (Saverio De Chiara – UFO club)
In epoca di oscurantismo culturale, come quella che stiamo vivendo attualmente, la riscoperta di miti e leggende antiche che si perdono
nella notte dei tempi potrebbe essere buon viatico per riconciliarsi con una realtà quotidiana che lascia poco spazio all’immaginazione e alla
creatività.
E allora per fortuna ogni tanto dal nulla e apparentemente “fuori dal mondo” spuntano progetti come quello dei modenesi Playades
che diventano preziosa “manna dal cielo”, che con la loro musica riescono all’unisono ad unire i miti e leggende di cui sopra alla realtà
di un onirico e bucolico folklore di cui è necessaria la sopravvivenza. (Pierpaolo Lamanna – Moving Records)