Quattro dischi per Romani con i Rocking Chairs, indimenticata rock band “all’americana” degli anni Ottanta che ebbe vita fino all’inizio
della carriera solista, avviata nel 1993. Dopo l’avventura con la superband Megajam 5 (1997), il rocker emiliano, voce potente dalle
sfumature soul, ha infilato una poderosa serie di prodotti, alternando l’italiano all’inglese, concedendosi anche excursus nel mondo del
fumetto per cantare le gesta di eroi come Tex, Zagor e Diabolik. Diciassette album in trent’anni raccontano una storia quasi unica, un
condensato di passione, costanza e affetto per le radici del cantautorato italiano e per la scuola dei songwriter americani che più hanno
influenzato questo artista indomito.
Still Rocking porta il numero 18, quello che nella vita significa l’emancipazione ma che in questa carriera solista arriva dopo ogni genere
di esperienza, compreso il doppio album live Vivo Live che nel 2015 seppe combinare i due idiomi – l’italiano e l’inglese – con i quali
Romani si esprime in studio e sui palchi dal lontano 1987. Quello fu l’anno di New Egypt, l’esordio dei reggiani Rocking Chairs, la band
che in quei giorni parlava la stessa lingua del rock USA di Del Fuegos, Mellencamp e Springsteen. Da quelle parti intende tornare
questo disco. C’è una Rickenbacker in copertina, una chitarra che rimanda alle stagioni del folk rock americano e dei Byrds ma anche
al dinamico e potente linguaggio di Tom Petty & the Heartbreakers, qui ricordati con No Reason to Cry, l’unica cover del disco. Per chi
conosce la storia della prima band di Romani, tutto riporta all’immagine di Freedom Rain, disco del 1989 che inaugurò la fruttuosa
collaborazione con tanti musicisti americani, da Elliott Murphy a Sonny Landreth e gli Uptown Horns.
Oggi è il tempo di rivivere quel sound e quelle vibrazioni giovani. Le canzoni di Still Rocking – sette di nuova composizione, tre raccolte
dal repertorio dei Rocking Chairs e rilette con affetto e saggezza, più la cover di Petty – possiedono l’impatto di allora (a suonarle, oltre
ai fidi Lele Cavalli, Nick Bertolani e Follon Brown ci sono Max Marmiroli e Franco Borghi, sax e tastiere che erano con Romani nei
Chairs) e tutto il sapore dell’esperienza maturata da Graziano nel suo lungo viaggio con quella iconica chitarra a dodici corde appesa al collo